Non è mai troppo presto per insegnare ai più piccoli il valore del buon cibo.
Non si tratta solo di una frase fatta, bensì il risultato di una ricerca condotta da Ipsos per Osservatorio Cirfood District, allo scopo di individuare bisogni e aspettative delle mense scolastiche e di identificare potenziali aree di miglioramento.
L’indagine ha coinvolto un campione di 150 docenti di scuola primaria in Italia, il cui ruolo è fondamentale anche nel momento della pausa pranzo: 45-60 minuti necessari per creare un contesto educativo in cui sia valorizzata la cultura del cibo, sia dal punto di vista nutrizionale sia per quanto riguarda il piacere di stare a tavola con i compagni.
Il pasto, infatti, rientra tra le attività educative e didattiche previste dal ministero dell’Istruzione, e non si tratta di un caso: Save The Children afferma come il servizio di ristorazione scolastica contribuisca a contrastare la povertà alimentare e permetta di assicurare almeno un pasto sano, completo e bilanciato al giorno a tutti i bambini e ragazzi in età scolare
La mensa diventa anche un luogo fisico dove condivisione e convivialità vengono messi al centro di veri e propri progetti formativi che coinvolgono esperti di nutrizione, docenti e genitori, e che spesso si traducono in misure a sostegno dello sviluppo psicofisico di alunni e studenti, interventi sull’educazione al gusto, sensibilizzazione ai temi della sostenibilità, del consumo consapevole e del contrasto allo spreco alimentare, oltre alla promozione della scoperta di altre culture.
nuovi Criteri minimi ambientali (Cam), stabiliti dal Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, per i quali le mense scolastiche dovranno dunque aumentare la quota di alimenti biologici, ritenuti fondamentali nella prima fase di sviluppo grazie alle loro caratteristiche nutrizionali come, per esempio, il maggiore contenuto di proteine e di acidi grassi essenziali dei derivati del latte.
Costruire un’alimentazione sana oggi, contribuisce al benessere di ognuno, domani.