Da sempre, il Natale è considerato un importante momento di aggregazione sociale, nonché un’occasione molto speciale in cui si possono gustare piatti introvabili durante l’anno. Questo, specialmente in passato, era vero soprattutto per i dolci, che non erano sempre disponibili sulle tavole di tutti e rappresentavano per antonomasia il simbolo della “festa”.
Da nord a sud, dalle zone di mare a quelle di montagna, ogni territorio ha il suo dolce tipico natalizio, delizioso e nato per essere a km 0, in quanto spesso gli ingredienti erano una perfetta sintesi dell’identità del luogo.
Iniziamo il nostro viaggio e scopriamone alcuni!
Pangiallo Romano. Uno dei dolci più antichi e caratteristici della nostra tradizione, perché simbolo del Sol Invictus (o Sole Vincitore), ovvero della festività romana da cui il Natale cristiano ha preso forma. Si usava prepararlo il giorno del Solstizio di Inverno, come segno di buon auspicio affinché la lunga notte dell’inverno facesse il suo corso e cedesse il passo di nuovo al brillante sole della primavera, da cui dunque deriva il suo colore dorato, ottenuto con una miscela di farina e spezie, e a volte anche zafferano. In passato per la preparazione si usavano i noccioli essiccati della frutta estiva; oggi si preferiscono mandorle e nocciole, e alcuni aggiungono anche un po’ di cioccolato.
Certosino bolognese, chiamato anche Panspeziale. Il dolce di frutta candita più colorato che si possa immaginare. La sua origine risale al medioevo, quando veniva prodotto dai farmacisti (da cui sembra che derivi il suo nome, proprio perché preparato appunto, dagli “speziali”), mentre in seguito furono i frati certosini a cucinarlo e trasformarlo in una tradizione. Dolce molto sostanzioso, è preparato con farina, miele, frutta (cedro) candita, mandorle, cioccolato fondente, uvetta sultanina, pinoli, burro, semi di anice e cannella. C’è chi utilizza anche la mostarda, e come tocco finale una lucidatura con il miele.
Struffoli napoletani. Il miele è protagonista di molti dei dolci di Natale, ma in nessuno è evidente come negli struffoli napoletani (o cicerchiate). Dall’origine non chiara - forse nati in Grecia, dove esiste tutt’ora una preparazione simile, oppure eredità del dominio andaluso - gli struffoli sono uno dei dolci più famosi in tutta Italia grazie alla loro semplicità e al gusto accattivante. Si tratta infatti di palline di pasta fritte nel burro o nello strutto, ricoperte di miele caldo e decorate a piacere con frutta candita o zuccherini colorati.
Cartellate. Diffuse in Puglia, Calabria e Basilicata, sono frittelle accartocciate e fritte da arricchire con vincotto di mosto oppure con miele e cannella. Il nome richiama la sua forma accartocciata, simile a un cesto composto da nastri di una sottile sfoglia di pasta, ottenuta con farina, olio e vino bianco, unita e avvolta su se stessa sino a formare una sorta di "rosa" coreografica con cavità e aperture, che poi verrà fritta in abbondante olio. Alcuni preferiscono il cioccolato al posto del vincotto, oppure semplicemente zucchero a velo.
Gubana. È un dolce tipico friulano dedicato ai grandi periodi di festa, come matrimoni, sagre, Pasqua e, per l’appunto, Natale. Se ne trovano numerose varianti in tutto l’est europeo anche se la sua origine sembra risalire proprio alle Valli del Natisone, al confine con la Slovenia, dove se ne trovano tracce già nel Medioevo. Dolce a base di pasta lievitata, di norma con un ripieno di biscotti secchi e frutta secca, il tutto impreziosito da grappa o rum, anche se gli ingredienti possono variare da famiglia a famiglia, a seconda dei propri gusti. Il nome deriva da “guba” che in sloveno significa piega, richiamando i gesti che si compiono per far assumere alla pasta l’aspetto di un’enorme chiocciola.
Questi sono solo cinque dei tantissimi dolci tradizionali che si possono trovare in varie regioni d’Italia, così diversi e tutti buonissimi. Un’ottima ragione per fare un tour natalizio alla ricerca di ogni specialità.