È merito della Ventricina, tipico e pregiato salume della tradizione abruzzese, se gli allevamenti inglesi sono più sostenibili e attenti al benessere animale. Tutto cominciò una ventina di anni fa, quando il Principe Carlo, erede al trono d’Inghilterra, si soffermò su uno slogan dei produttori abruzzesi: “Ci vuole un maiale felice per produrre una buona Ventricina”.
“Ci volle incontrare - spiega Luigi Di Lello, dell'Accademia della Ventricina, presente a Sol&Agrifood Special Edition – e quando gli spiegammo il senso della frase, che i nostri maiali vivono felici, pascolando allo stato semibrado, fino a completare il loro ciclo di vita, dandoci salumi dall'alto valore salustistico. Il Principe Carlo rimase talmente colpito dalla nostra storia che, dopo il suo ritorno nel Regno Unito, da lì a qualche mese il Parlamento inglese emanò una legge che raddoppiava lo spazio destinato ai maiali negli allevamenti.”
La Ventricina è un salume insaccato tipico del territorio al confine tra Abruzzo e Molise e di diversi comuni del Teramano. Il radicamento locale è così forte, legato al tempo, da offrire una ricca e complessa varietà di preparazioni, che rendono affascinante il percorso di conoscenza tra ingredienti, profumi e sapori, ricette segrete, spesso custodite come tesori di famiglia. L'ingrediente protagonista assoluto è la carne di maiale, per l’80 per cento magra, per il restante 20 grassa, tagliata in punta di coltello. La Ventricina ha questo nome perché viene conservata e fatta stagionare nel ventre del maiale, insieme a pochi altri ingredienti, tra cui il peperone, ingredienti che garantiscono profili aromatici intensi e persistenti. Èsempre stato un salume nobile, utile ad aprire le porte dei potenti già in epoca antica, ancora oggi talmente ricercato nella sua artigianalità più vera, da essere con il Culatello di Zibello, uno dei salumi italiani più costosi.
“Avvocati, medici e notai ricevevano sempre una Ventricina a Natale, da parte dei contadini, omaggio che serviva a ottenere favori e attenzioni;consuetudine questa ancora viva, ai nostri giorni, - racconta Di Lello sorridendo -, se hai regalato una Ventricina al farmacista del paese, puoi disturbarlo anche di notte, se hai bisogno di una medicina”.