Oggi un olio extra vergine di oliva italiano, sugli scaffali dei supermercati e al netto di offerte promozionali, non costa meno di 8 euro al litro. Eppure troviamo, sempre più frequentemente, bottiglie di olio di origine comunitaria proposte a 2,99 euro al litro.
Quest'anno la differenza di prezzo si è ulteriormente accentuata a causa della scarsa produzione nazionale.
La differenza di prezzo è dovuta ai più alti costi di produzione. Infatti il 70% dell’olivicoltura italiana è sviluppata in montagna o collina e la metà degli olivi ha più di 50 anni.
Gli oli italiani, secondo ricerche universitarie sia italiane sia spagnole, hanno però un più alto contenuto in fenoli, antiossidanti naturali, e più bassi valori di acidità, perossidi ed etil esteri.
Inoltre, gli oli italiani profumano i piatti che mettiamo in tavola con le note carciofate del Frantoio toscano, con quelle pomodorose dell'Ortice campana e della Tonda Iblea siciliana, con la mandorla della Taggiasca o i frutti di bosco della Cellina di Nardò salentina e della Mignola marchigiana, oltre che con i sentori speziati dell'Ottobratica calabrese.
Insomma, l’olio italiano è più caro perché è più ricco di gusto e salute, a fronte di un prezzo piccolo piccolo, se pensiamo che per condire un'insalata ne servono solo 10 ml, pari a 8 centesimi di euro. Dieci volte meno di un caffè per assaporare la storia e la tradizione olivicola nazionale, difendendo i nostri alberi e i nostri paesaggi.
Fonte: Teatro Naturale